7 capitolo
Spesso Emma pensava a quando era stata felice,voleva riessere
felice ma per farlo sarebbe dovuta
andare in quei luoghi che lei credeva magici e che portassero felicità, voleva
provare nuove emozioni e dire a
tutti cosa provava ma non riusciva
perché non c’erano parole per descriverlo. Lei credeva che dovesse sentirsi
vicina a Charles dato che erano sposati ma si allontanava da lui sempre di più.
Lei si pentì perché era un uomo che non era in grado di far nulla, non era ne
un buon sportivo ne una persona con cui parlare. Lui credeva che lei era felice, quando suonava
rimaneva incantato quando disegnava pure. Lei era una donna che scriveva
lettere ai malati di Charles una vera donna. Ma lui ormai era diventato un abitudinario
rientrava tardi e chiedeva il cibo, la
baciava a certi orari. Era un uomo economico e sua madre approvava ciò e
infatti insegnava ad Emma queste tecniche. La madre osservava con invidia la
felicità del figlio. Lei diceva che non era ragionevole adorare la moglie così,
lui ne parlava con Emma ma lei con della parole cambiava discorso. Emma capii
che non c’era passione. Un giorno una guardia portò un cane a Emma che portò
sempre con se camminava e pensava a tante
cose ogni tanto si soffermava su pensieri particolari. Ricordava il passato. Un
giorno ricevette un invito ad una festa da un marchese che era stato curato da
Charles e aveva visto le piante di ciliegie di lui. Quando le sue morirono andò a chiederne a
Charles e invitò i giovani alla festa partirono alle 3 di mercoledì e arrivarono
al calar della sera.
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