Capitolo 3 parte seconda
Quando Emma si svegliò vide dalla
piazza il sostituto del notaio, ella in vestaglia lo salutò e tornò
in camera, Leon attese tutto il giorno le sei per poterla vedere
all'albergo ma non arrivò, il giorno precedente a pranzo era stato
benissimo, ma lui era timido, per pudore era distinto, non si curava
della politica, dipingeva, leggeva musica e letteratura, Homais lo
stimava per la sua istruzione e la signora Homais per la sua
educazione. Accompagnava i piccoli Homais ai giardini. A volte badava
loro Justin un ragazzo di farmacia. Il farmacista dava sempre
informazioni a Charles ma c'era sotto un piano, egli aveva violato
una legge, dove senza diploma aveva esercitato la professione di
medico, un magistrato lo aveva ricevuto in toga, aveva paura di
rimanere in cella, così bevve del rum, per tranquillizzarsi, ma
piano piano quel ricordo svaniva e lui continuava a curare malati di
nascosto, quindi sperava che diventando amico di Bovary poteva
chiudergli la bocca. Charles era triste, non c'erano clienti, andò
in casa per sistemarla, ma non era preoccupato per il denaro speso
per sistemare la casa. Avevano perso molti oggetti durante il
viaggio. La gravidanza di sua moglie lo rendeva felice, pensare a
quel marmocchio che sarebbe nato da li a poco, coccolare la moglie e
farla ridere, anche lei era entusiasta per ciò. Sperava di poter
comprare un corredino, ma così non fu. Inominciò a pensare al nome
per il bambino, sperava fosse un maschio perchè era più libero
rispetto a una donna. Emma partorì domenica mattina, ed era un
bambina, Emma svenne, durante la convalescenza pensò al nome,
charles voleva darle quello della madre, ma rifiutò, alla fine si
ricordò di una donna al ballo del marchese che chiamò una ragazza
Berthe, e si chiamò cosi.Homais era un uomo romantico, con
convinzioni filosofiche. Homais fece da padrino e regalò alla
bambina tutti i prodotti, per la cerimonia era organizzato un pranzo,
arrivò il curato, Charles battezzò la bambina con lo champagne il
curato voleva andarsene per questo ma lo convinsero a rimanere, il
signor Bovary padre rimase per un mese nel paesello, con un berretto
militare ed era solito ad andare a bere grappa, Emma era contenta che
era li, essendo un uomo aperto che viaggiava molto. La madre Bovary
era felice per il figlio. Un giorno Emma voleva vedere la sua
bambina, così si incamminò per andare dalla balia, era mezzogiorno
ed era esausta, incontrò per strada Leon, ed assieme andarono dalla
balia. C'erano fiori sbocciati, maiali che si intravedevano dalle
siepi, un vecchio noce, cespi di lavanda, rivoli d'acqua e stracci.
Arrivarono e la balia li venne in contro, aveva un bambino in braccio
e dietro un altro che la tirava, la bambina era in casa, una casa
povera, ed ella dormiva in una cesta di vimini, la prese e cominciò
a canticchiare dolcemente, si vegognava e la posò a nella cesta , le
aveva vomitato sul collarino. Uscendo la balia le chiese inizialmete
del caffe e successivamente stressando Emma della buona acquavite.
Emma se ne andò, inizialmente veloce, poi rallentò Leon aveva i
capelli castani lunghi fino alle spalle ben ordinati, lei si
appoggiava alla sua spalla, il fiume che stavano affiancando scorreva
lento. La signora con il suo ombrellino sgretolava i muri. Tentavano
di parlarsi ma uscivano solo frasi stupide, ed era nato un nuovo
sentimento, in alcuni punti la strada era dismessa e la signora
tentata di trovare punti saldi. Lei arrivata a casa corse dentro e
lui andò a casa, egli si compativz di quella vita, vivere con Homais
e un sigore che era così preso dagli affari che non capiva niente
delle raffinatezze spirituali, poi vi era la moglie del farmacista la
migliore della Normandia pur avendo 30 anni e dormissero separati era
una buona moglie. Poi Binet, qualche commerciante e il sindaco con la
sua famiglia, era tutto troppo uguale. Andò a trovare Emma con il
farmacista, anche se Charles non era d'accordo a farlo entrare.
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